Latemar o Laminox? Pizzi di Chioggia, del Ragnolo e di Meta




Start: Callarella
Finish: Monte Montioli
Distance: 8.1 km
Elev change: 788 m
Avg Grade: 9.8 %
Max Grade: 17 %
Climb Category: 1 (124 pt)
Min Elev: 535 m
Max Elev: 1330 m

Start: Callarella
Finish: Pizzo di Meta
Distance: 13.3 km
Elev change: 1028 m
Avg Grade: 7.7 %
Climb Category: HC (133 pt)
Min Elev: 535 m
Max Elev: 1525 m



[Agosto 2023] Chi la conosce, cacciatori e raccoglitori di funghi, commenta così: "non è piana". Per i rari ciclisti che la conoscono e, spesso, la amano molto è, semplicemente... la Laminox.
Praticamente di qui non passa nessuno. Tutti, professionisti compresi, salgono dalla parte di Sassotetto, ma il versante più crudo del Pizzo di Meta è senz'altro questo. Da parte mia l'avevo notata sulla carta del Touring Club per i tanti tornanti (21) di cui le salite appenniniche sono spesso avare; tuttavia ho colto le pendenze solo facendola in bici: i primi sette durissimi chilometri hanno una pendenza media del 10,43%! 




Ma non è finita qui: la vera brutta notizia è che, quando la strada "spiana", si incontra spesso un vento fortissimo (quantomeno a me è successo così; infatti mi sono per anni fermato ai 1323 m del primo valico)

Tre possibili partenze

Superata Gabella Nuova, in direzione Sarnano, si prende la SP 157 Montioli (deviazione sulla destra subito dopo un distributore di metano e la ditta Laminox). Dal 2015 questa landa anonima ha un cartello di località: Callarella. 
Si sale anche da altre due strade: da Pian di Pieca, o da Gabella Nuova seguendo le indicazioni per San Liberato. (fonte deliziosa e abbondante; ce ne è un'altra al secondo tornante dopo il suddetto incrocio)

La strada è subito impegnativa, ma mostra il suo vero volto dopo l'abitato di Carsoducci. Quando inizia la stretta sequenza di tornanti, in particolare dopo la scuola di volo libero, le pendenze sono davvero ardue. Il gusto di svoltare a destra e sinistra ogni 100 m però è impagabile, se siete in condizione. 
La parte più feroce, dove le pendenze toccano a lungo il 17-18%, arriva tre chilometri dopo l'intersezione di San Liberato.  

La salita immersa nel bosco non dà altri riferimenti. Vanno segnalati;

- a 500 m dalla fine della salita durissima (e a 1500 dalla fine della salita dura) c'è una fonte che meriterebbe una sosta (trovata chiusa al 23/8/23) e, appena arrivati sui prati dei Montioli, un crocifisso in ferro rosso. Attenzione: quest'ultimo non dice che la salita è finita, ma solo che che il peggio è passato. A meno che non sia una giornata di vento, allora sono cacchi,




- a 1000 m dalla fine della salita dura la bizzarra villa di Vittò lu Re dei Montoli, interessante ma ancora troppo lontana dal primo valico per pensare di fermarsi a curiosare.

Meno brutta che curiosa. Ogni anno meno sobria


A quota 1323 m, in mezzo ai prati dei Montioli, c'è l'incrocio Maddalena e la nostra terribile SP105 confluisce sulla strada che sale da Acquacanina: è il primo valico. Si apre il panorama sull'Appennino Umbro Marchigiano e la salita cambia completamente faccia


Mancano ancora 4 km, ma da qui in avanti le pendenze sono pedalabili. (5% medio fino in cima)


Dopo due chilometri, a partire dalla Valle di Faete la vegetazione sparisce del tutto e iniziano a spuntare all'orizzonte le cime più alte dei Sibillini. Gli ultimi due chilometri attraverso i Piani di Ragnolo (anello sci di fondo) sono completamente scoperti



I chilometri in cresta sono davvero belli. L'asfalto è stato rifatto nell'estate 2020 ed è (finalmente) in buone condizioni dopo anni di sostanziale impraticabilità. Si tratta di un asfalto "ecologico" a basso contenuto di bitume e alta percentuale di ghiaia, imposto dalle regole del Parco. Il risultato è che il fondo per quanto si nuovo di presenta di colore bigio, sfarina un po' e nonostante il traffico veicolare sia stato minimo già a luglio '21 si vedono i segni che, tra due anni, saranno buche conclamate.



Consiglio ai meno esperti di non salire, se proprio la volete fare consiglio di salire di pomeriggio, quando la strada è in ombra. I tratti assolati, infatti, almeno in autunno, sono sferzati da un vento feroce. Non a caso a metà salita c'è la sede della più importante scuola di volo libero delle Marche.
D'estate, lo dimostrano queste ultime foto, può fare anche molto caldo; sono state scattate a mezzogiorno del 25 giugno 2021, cielo sereno, ma di un colore strano per via dell'afa. Erano 39°C a quota 1525. D'inverno, invece, sui piani sommitali si fa sci di fondo, la strada può essere chiusa fino a maggio inoltrato. E comunque fa freddo e il vento può dare uggia. 

La percezione della salita

Per capirci, il profilo altimetrico della SP105 dei Montioli è sovrapponibile con quella famosa dell'Alpe di Pampeago e, anche empiricamente, potrei dire che la fatica della salita è analoga.
L'Alpe è più difficile alla fine, Ragnolo più brutale all'inizio. Entrambe le salite salgono nel bosco, quello di Pampeago è di eminenti abeti rossi, quello di Ragnolo ha prevalenza di faggi, spendiditra ottobre e novembre.
Un'altra analogia è l'appendice al Passo di Pampeago (asfaltato nel 2012) che è molto simile al valico sotto il Pizzo di Meta, quello che si aggiunge dopo i Prati del Monte Montioli dopo la confluenza a "T" sulla strada di Acquacanina (in questo caso disl. 1000m, difficoltà 134).




Soltanto superando l'Alpe e i Montioli le strade si fanno panoramiche; può sembrare strano, ma, per una volta, forse è la salita alpina ad essere meno suggestiva: nonostante si arrampichi su un fianco del Latemar, una delle vette più celebrate delle Dolomiti, non si vede granché fino in cima al Passo.
Al contrario, lo scorcio, che si gode dopo i Montioli, sul Monte Rotondo e il Fargno è uno dei più suggestivi dei Sibillini. L'Alpe ha in più il fascino dei 2000 m.

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panorama dalla vetta (immagine navigabile)



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